La presenza di microplastiche in natura rappresenta una grave problematica con possibili conseguenze drastiche. Secondo l’organo dell’ONU che si occupa delle tematiche ambientali, UNEP, il mar Meditteraneo risulta essere il mare europeo maggiormente inquinamento con una presenza di circa 64 milioni di particelle per chilometro quadrato (UNEP, 2023). Le microplastiche non si trovano solo nelle acque, infatti secondo lo studio An underestimated threat: Land-based pollution with microplastics, l’inquinamento dei suoli è stimato da 4 a 23 volte maggiore rispetto a quello delle acque. Le microplastiche rappresentano una grave minaccia per la salute umana, uno studio dell’Università di Amsterdam ha permesso di constatarne la presenza nel sangue umano.

Attraverso la direttiva Microplastiche, l’Unione Europea sta intervendo per limitare la problematica. In particolare, ad inizio 2024 l’UE ha definito i criteri e le modalità di misurazione delle microplastiche per limitare il rilascio nell’ambiente.

Grazie al dispositivo progettato e brevettato da Polygone, startup americana nata tra i banchi dell’Università di Princeton che ha conseguito numerosi premi internazionali, Sea the Change permette alle aziende e ai consorzi di bonifica di intervenire concretamente contro la problematica prevedendo l’analisi e il recupero delle microplastiche nei bacini d’Italia.