E' ARRIVATA SEAS 1.0!
La prima piattaforma che integra la tutela degli ecosistemi marini nelle strategie di sostenibilità aziendale.
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Il gap della finanza oceanica
Per conservare e ripristinare gli oceani servono circa 175 miliardi di dollari all’anno, ma oggi se ne investono solo 25: il divario è di 150 miliardi, come indicato dal report “A Drop in the Ocean. Closing the Gap in Ocean Climate Finance” (novembre 2021). Colmare questo gap è essenziale per la salute del mare e per accelerare la blue economy.

Venerdì 3 ottobre 2025, a Cesenatico, è stato presentato ufficialmente il progetto NET REBORN, promosso da Fondazione Cetacea, Sea The Change e dalla Cooperativa Casa del Pescatore, grazie al sostengo di Coopservice e Servizi Italia.
L’obiettivo è semplice e concreto: sostituire le tradizionali cassette in polistirolo utilizzate nel settore ittico con cassette durevoli e riutilizzabili, riducendo in maniera significativa la dispersione di micro e nanoplastiche in mare e promuovendo un modello di economia circolare.

Per un’economia nature positive che protegge le risorse e crea valore aggiunto
Gli investimenti nel ripristino della natura aggiungono da 4 a 38 euro per ogni euro speso. In Italia non intervenire sul degrado costerebbe 2,2 mld l’anno. Per le imprese, una strategia “nature-positive” può ampliare l’accesso al credito, aprire nuovi mercati e occasioni di business

Stiamo selezionando un* Partnership Coordinator — una figura giovane, dinamica e proattiva che diventi il nostro punto di raccordo con ONG, enti pubblici, università, startup e aziende. Il suo compito sarà costruire, coltivare e far crescere alleanze strategiche in grado di moltiplicare l’impatto ambientale e sociale di Sea the Change, sostenendo i nostri ambiziosi obiettivi di crescita.

Il calcolo dell’impronta di carbonio è il primo passo per comprendere e ridurre le proprie emissioni. Ma cosa succede dopo? Una volta raccolti i dati, come si passa dalla diagnosi all’azione? E soprattutto: come si può trasformare l’impegno climatico in progetti concreti a beneficio degli ecosistemi marini? Il punto di partenza è una misurazione accurata non solo delle emissioni di CO₂, ma anche degli altri impatti ambientali legati alle attività aziendali: dall’inquinamento marino al consumo di risorse naturali. Solo così è possibile pianificare interventi di riduzione realmente efficaci.