STA ARRIVANDO SEAS 1.0!
La prima piattaforma che integra la tutela degli ecosistemi marini nelle strategie di sostenibilità aziendale.
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Stiamo selezionando un* Partnership Coordinator — una figura giovane, dinamica e proattiva che diventi il nostro punto di raccordo con ONG, enti pubblici, università, startup e aziende. Il suo compito sarà costruire, coltivare e far crescere alleanze strategiche in grado di moltiplicare l’impatto ambientale e sociale di Sea the Change, sostenendo i nostri ambiziosi obiettivi di crescita.

Il calcolo dell’impronta di carbonio è il primo passo per comprendere e ridurre le proprie emissioni. Ma cosa succede dopo? Una volta raccolti i dati, come si passa dalla diagnosi all’azione? E soprattutto: come si può trasformare l’impegno climatico in progetti concreti a beneficio degli ecosistemi marini? Il punto di partenza è una misurazione accurata non solo delle emissioni di CO₂, ma anche degli altri impatti ambientali legati alle attività aziendali: dall’inquinamento marino al consumo di risorse naturali. Solo così è possibile pianificare interventi di riduzione realmente efficaci.

Dal 2030, ai pescatori veneti sarà vietato l’uso di contenitori di polistirolo, che dovranno essere sostituiti da cassette in materiale “sostenibile”, ovvero capaci di garantire la sostenibilità ambientale, la propria tracciabilità, e la sicurezza igienica e sanitaria del prodotto ittico. A stabilirlo è la legge regionale n. 5 del 13 maggio 2025, emessa al fine di favorire l’economia circolare all’interno del settore ittico e contrastare l’inquinamento marino.
Per chi ignorerà le disposizioni, sono previste sanzioni amministrative dai 200 ai 1200 euro.

Come Sea the Change, ci impegniamo a stringere collaborazioni con aziende che si dimostrano esempio di sostenibilità ed attenzione verso l’ambiente all'interno del proprio settore. Siamo lieti di annunciare che Venezia1937, con cui lavoriamo da anni, è stato selezionato all'interno del bando europeo fuTOURiSME Open Call, un programma europeo che sostiene l'innovazione nel settore turistico, promuovendo pratiche sostenibili, accessibili e inclusive.

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APPROFONDIMENTO BLU & BUSINESS
Comprendere le proprie emissioni è il primo passo per ridurle. Ma come si misura, in pratica, l’impronta di carbonio di un’azienda? E come si traduce questo processo in un’azione utile anche per la tutela degli ecosistemi marini?
Il calcolo dell’impronta di carbonio è un metodo strutturato per quantificare le emissioni di gas a effetto serra associate alle attività aziendali. Si basa su standard internazionali come il Greenhouse Gas Protocol, e prevede la suddivisione delle emissioni in tre categorie (Scope 1, 2 e 3), per facilitare un’analisi completa e comparabile.