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La prima piattaforma che integra la tutela degli ecosistemi marini nelle strategie di sostenibilità aziendale.
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Il modello di lavoro di Sea the Change si fonda sulle alleanze. Il lungo processo di valutazione a cui sottoponiamo i nostri alleati nel cambiamento ci permette di creare relazioni di fiducia che durano nel tempo. Selezioniamo solo gli enti che salvaguardano il mare con passione e professionalità. Con i nostri partner condividiamo la volontà di raggiungere obiettivi ambiziosi ma fondamentali per la tutela degli ecosistemi marini, e la convinzione che la Blue Economy possa guidare la transizione ecologica.

Le microplastiche rappresentano una delle più grandi sfide ambientali del nostro tempo.
Queste minuscole particelle di plastica, di dimensioni inferiori a 5 millimetri, si sono diffuse in tutto il pianeta, contaminando oceani, fiumi, suolo e persino l'aria che respiriamo. Sono state rilevate in quasi tutte le fonti di acqua e derivano sia da una produzione diretta, come ad esempio da prodotti come i dentifrici, che secondaria, come frutto della decomposizione di oggetti più grandi.

“Il mare, una volta che ammalia, trattiene per sempre una persona nella sua rete di meraviglie”.
Jacques Yves-Cousteau
In Sea the Change condividiamo appieno questa fascinazione e riteniamo essenziale condividerla per stimolare comportamenti virtuosi volti a ridurre gli effetti dei cambiamenti climatici. I benefici che il mare può apportare alla salute e al benessere umano sono noti da tempo e ampiamente studiati, ma sono più importanti che mai alla luce delle trasformazioni che gli ecosistemi marini stanno subendo.

Il Fishing for Litter consiste in attività di pesca e di raccolta di rifiuti presenti in mare. Secondo un report della Ellen McArtur Foundation, entro il 2050 i nostri mari rischiano di contenere più plastica che pesci. Stando a una ricerca condotta dall’ISPRA per stimare lo stato del mar Mediterraneo è risultato che il mar Adriatico è la sottoregione più inquinata (590 articoli/100 m), seguita dal mar Mediterraneo occidentale (491 articoli/100 m) e dalla sottoregione del mar Ionio e del mar Mediterraneo centrale (274 articoli/100 m). Come testimonia uno studio di Greenpeace, le spiagge dell’Adriatico sono caratterizzate da un'elevata presenza di rifiuti legati all'acquacoltura e alla pesca.

La Posidonia oceanica è una pianta acquatica endemica del Mar Mediterraneo, che in quanto tale ha radici, fusto, foglie, fiori e frutti. Si sviluppa formando vere e proprie praterie sottomarine dette “posidonieti” che, tanto quanto quelle in superficie, ricoprono un ruolo ecologico fondamentale per gli ecosistemi marini e costieri, accogliendo e offrendo riparo a numerose specie di pesci, cefalopodi e crostacei. La loro elevata produzione di ossigeno e di biomassa vegetale rende i posidonieti dei poli di biodiversità, ma anche uno dei bacini di assorbimento di CO2 più efficienti della Terra.

Il Carbon Capture and Storage (CCS) è un processo fondamentale per contrastare l’aumento di CO2 nell’atmosfera e attraverso cui è possibile la cattura e lo stoccaggio di grandi quantità di questo gas serra. Tra i diversi fenomeni che garantiscono l’assorbimento di CO2, due tipologie di alghe di cui è ricca la laguna veneta giocano un ruolo fondamentale, ovvero le macroalghe, visibili a occhio nudo, e il fitoplancton, di dimensioni microscopiche.