Il Fishing for Litter consiste in attività di pesca e di raccolta di rifiuti presenti in mare. Secondo un report della Ellen McArtur Foundation, entro il 2050 i nostri mari rischiano di contenere più plastica che pesci. Stando a una ricerca condotta dall’ISPRA per stimare lo stato del mar Mediterraneo è risultato che il mar Adriatico è la sottoregione più inquinata (590 articoli/100 m), seguita dal mar Mediterraneo occidentale (491 articoli/100 m) e dalla sottoregione del mar Ionio e del mar Mediterraneo centrale (274 articoli/100 m). Come testimonia uno studio di Greenpeace, le spiagge dell’Adriatico sono caratterizzate da un'elevata presenza di rifiuti legati all'acquacoltura e alla pesca

Sea the Change gestisce, con la collaborazione di Fondazione Cetacea, un progetto di Fishing for Litter che coinvolge direttamente i pescatori della Romagna. Questi si occupano  di contrastare attivamente l’inquinamento del mare tramite uscite apposite in cui i rifiuti vengono raccolti con reti apposite. I rifiuti raccolti vengono pesati, catalogati e smaltiti secondo le norme di legge. 

Con i dati raccolti è possibile contribuire alla ricerca scientifica riguardante lo stato di salute dell’ecosistema marino e in particolare del mar Adriatico. Le operazioni di Fishing for Litter inoltre permettono ai pescatori locali di generare una nuova fonte di reddito per renderli partecipanti attivi e indispensabili del raggiungimento degli obiettivi dello sviluppo sostenibile e la realizzazione della transizione ecologica. 

Net-Reborn è il frutto di un’altra collaborazione con Fondazione Cetacea che si pone l’obiettivo di fornire ai pescatori gli strumenti necessari per ridurre l’impatto delle proprie attività e diventare sentinelle di tutela dei mari. Net-Reborn prevede “l’adozione” da parte dell’azienda di una o più cooperative di pescatori locali. 

Quest’alleanza si concretizza nel primo anno con un programma di sostituzione delle cassette di polistirolo utilizzate per la pesca con cassette di plastica durevole brandizzate dall’azienda partner, un percorso di formazione per disincentivare l’uso della plastica monouso e il monitoraggio e rendicontazione della plastica risparmiata. 

Nel secondo anno il piano viene incrementato con l’introduzione nelle cooperative di cassonetti personalizzati per la raccolta di reti malmesse. Per supportare ulteriormente il progetto è possibile contribuire finanziando l’applicazione di sensori sulle imbarcazioni dei pescatori per il monitoraggio marino, a cui aggiungere ulteriore formazione riguardante la tecnologia TED (Turtle Excluder Device), ovvero le “reti che salvano le tartarughe”.

Queste attività sono un forte strumento per sensibilizzare all’importanza di affrontare la problematica dell’inquinamento dei mari, non solo a livello globale ma anche e soprattutto a livello locale, e di contribuire a contrastare la diffusione delle microplastiche.